Il nostro viaggio in Tanzania è giunto al termine, lasciandoci con il cuore pieno di emozioni e la mente ricca di immagini che difficilmente dimenticheremo. Abbiamo attraversato paesaggi mozzafiato, dai colori intensi e vivaci, incontrato persone straordinarie e respirato gli odori unici di una terra lontana, ma che, giorno dopo giorno, è diventata sempre più familiare.
Ogni angolo di questo Paese ci ha offerto una nuova scoperta: il verde lussureggiante degli orti coltivati con passione, il rosso acceso della terra che ci ha accompagnato lungo i percorsi sterrati, il calore del sole africano che ci ha abbracciato sin dal primo giorno. Ma ciò che più ci ha colpito sono state le persone, le storie, i sorrisi che ci hanno accolto ovunque andassimo.
In particolare, uno dei momenti più significativi è stato l’incontro con i giovani agricoltori del villaggio di Chonde, beneficiari del motocoltivatore che, grazie al nostro impegno e al supporto di tanti amici e conoscenti, abbiamo potuto acquistare. Vedere la gioia nei loro occhi, ascoltare i loro racconti di speranza e di fatica ci ha fatto capire quanto sia importante il lavoro che abbiamo svolto insieme. Abbiamo toccato con mano il cambiamento che questo strumento ha portato nelle loro vite, rendendo più facile e produttivo il loro lavoro nei campi.
Questo viaggio non è stato solo una scoperta di un nuovo mondo, ma anche un’esperienza di crescita reciproca. Abbiamo dato e ricevuto in egual misura, portando con noi non solo i ricordi, ma anche una maggiore consapevolezza dell’importanza della solidarietà e del lavoro di squadra.
Per condividere tutto ciò che abbiamo vissuto, abbiamo organizzato una serata tanzaniana che si terrà il 13 settembre presso il Circolo Pio X. Sarà un’occasione speciale per ritrovarsi e rivivere insieme le emozioni di questo viaggio, proponendo un menù tipico della Tanzania e ascoltando i racconti dei due gruppi che hanno partecipato a questa straordinaria avventura (il nostro rientrato a inizio agosto, il secondo ancora in Tanzania e di rientro a inizio settembre).
A seguire, vi riportiamo le testimonianze di alcuni partecipanti, che meglio di ogni altra cosa sanno descrivere la profondità delle emozioni vissute durante questa esperienza.
““Perché hai deciso di andare in Tanzania?” questa è la domanda che più mi sono sentita fare prima del giorno della partenza. Non sapevo bene come rispondere, ma dentro di me sapevo di non potermi perdere questa opportunità.
Sono partita con la voglia di conoscere nuove persone e nuove culture, di vedere paesaggi incontaminati e natura sconfinata. Appena arrivata sono stata travolta da un’infinità di odori, colori, suoni ed emozioni che rimarranno per sempre impressi nella mia memoria: dai sorrisi dei bambini dell’orfanotrofio di Kondoa, ai suoni dei tamburi del villaggio di Chonde, passando per i balli e i canti dei ragazzi della scuola secondaria di Chikopelo.
Adesso, a una settimana dal termine del nostro viaggio, ho capito il motivo per cui sono partita. L’Africa, con la sua natura selvaggia e le sue culture, offre un’esperienza di vita che va oltre il semplice turismo. È un viaggio che tocca l’anima, è rigenerante, ti fa tornare con i piedi per terra e ti fa dare priorità a quelle piccole cose a cui prima neanche davi peso. L’Africa ti cambia, ti fa riflettere su ciò che è veramente importante nella frenesia delle nostre vite quotidiane: un sorriso, una mano tesa a salutarti, un abbraccio.”Camilla Gennari
“Eccoci in Tanzania, appena arrivati con le nostre mille valigie, siamo stati accolti da questa nuova terra.
Dopo poche ore di sonno si riparte alla volta di Dodoma… ci aspettano i primi 540 km di conoscenza! Subito ci si imbatte nel traffico africano, tanto caotico quanto ordinato, ridondante di mezzi di tutte le dimensioni, che seguono la legge del più grande; ma già qui tutto è diverso, passa un camion pieno di balle di merce, dove, sopra ad un carico enormemente alto, rispetto al suo pianale di carico, si trovano sistemati degli uomini che si lasciano trasportare chissà dove, senza nessun tipo di problema. Girando lo sguardo vedi sfrecciare delle motociclette, dove il guidatore, può non avere il casco ed i passeggeri possono arrivare anche a 6 sul sedile!
I mezzi piccoli si inseriscono negli spazi vuoti tra un mezzo pesante, le macchine, i pullman, e sembra non ci sia regola ma il traffico scorre.
Ci avviamo verso la nostra meta, la strada è satura di traffico pesante… e spesso si vedono camion rovesciati ai borghi delle strade, ma sembra la normalità, fino al punto che troviamo un camion rovesciato e tante persone che cercano inesorabilmente e con tutti i mezzi di ritirarlo su, a noi sembra un’azione impossibile!… Nel nostro cammino si succedono alle macchine le persone con i loro mille colori e sorrisi!
Piano piano lasciando la città si incomincia a conoscere questo nuovo territorio ed il suo popolo.
Ai bordi delle strade camminano, sul selciato arido, sterrato e polveroso, di una polvere rossa impalpabile, persone a piedi nudi che hanno grandi ceste o taniche sulla testa piene di acqua, vivande od altro, ci sono biciclette che trasportano gabbie di polli ed ogni altra cosa, spesso molto ingombrante, senza nessuna difficoltà; le motociclette trasportano sacchi di carbone e come contrappeso hanno una persona sul carico, o trasportano allegramente intere famiglie.
..il paesaggio circostante è la savana, i villaggi che si incontrano ai bordi delle strade ci illustrano le attività più svariate che gli abitanti svolgono il lavaggio delle macchine attaccato alla rivendita di divani, materassi, pomodori, cipolle, dove si asciugano mattoni appena eseguiti di terra, dove i bambini ti salutano. Un lungo viaggio dove già ti accorgi che c’è qualcosa di diverso dai nostri contesti.
Partiti al mattino si arriva a sera inoltrata e …notiziona del momento, nella città di Dodoma manca l’acqua… e la notizia non ci stravolge più di tanto, arrivati nella Guest House le suore ci accolgono: hanno preparato per noi le stanze, cucinato ogni cosa con cura e dedizione, hanno preparato una moltitudine di secchi in ogni bagno per potersi lavare.
Stanchi si, ma i nostri occhi brillano già, per quello che abbiamo visto lungo le strade e per la gioia di poter vedere e conoscere ancora nei giorni successivi per tutto il territorio.
Descrivere tutto quanto, non è possibile… forse in un libro, ma ci sono cose che non si possono scordare,
– l’accoglienza dove, quando ti incontri, dedichi del tempo a presentarti, a sapere chi sei, da dove sei arrivato, dove ci si sorride, e dove è importante stringersi la mano e dopo si inizia a parlare e confrontarsi.
– il senso di gratitudine di questo popolo, verso di te come persona e verso quello che fai per per loro anche solo incontrandoli.
– la serenità d’azione in tutte le cose che fanno.
Ho conosciuto un territorio e un popolo straordinario che vive sereno e grato, in luoghi dove spesso manca l’acqua corrente, dove la luce è quella del giorno, dove il caos è ordinato, dove dovunque ti volti ci sono sorrisi, dove non ci si ferma mai.
L’Africa è sempre in movimento con i suoi mille meravigliosi colori, c’è solo da imparare da questo popolo.
Le emozioni forti vissute che ti pervadono e ti riempiono di gioia e di serenità, non si possono raccontare, ma sono dentro di te.
Torni e non sei più la stessa, nel cuore emozioni che non ti lasceranno mai.
Asante sana Africa”
Ilaria Marasco
“La mia esperienza in Tanzania è stata molto più di un semplice viaggio; è stata un’avventura ricca di emozioni e connessioni profonde.
Ho lasciato un pezzo cuore all’orfanotrofio di Kondoa, dove ho avuto il privilegio di trascorrere del tempo con dei bambini straordinari, descrivibili solo come un raggio di sole. Ogni loro sorriso e la loro curiosità contagiosa hanno riempito la giornata di gioia. Le suore di Santa Gemma, con la loro dedizione e amore, gestiscono questo luogo con eccezionale cura creando un ambiente caloroso e accogliente per i bambini.
Un altro momento indimenticabile è stato l’incontro con i ragazzi della scuola di Chikopelo. L’accoglienza che abbiamo ricevuto è stata travolgente: balli gioiosi e canti ci hanno fatto immergere nella cultura locale e ci hanno regalato attimi indimenticabili di condivisione e allegria. Vedere il loro entusiasmo e la loro voglia di imparare è stato un vero e proprio inno alla vita.
Infine, non posso dimenticare l’esperienza del safari, un’opportunità per esplorare la bellezza della natura incontaminata. I paesaggi spettacolari, gli animali in libertà e il silenzio interrotto solo dai suoni della natura hanno reso questa esperienza indelebile. Ti rendi conto della bellezza della terra e di quanto sia importante preservarla ad ogni costo.
Questo viaggio è stato un’esperienza che mi ha cambiato profondamente, piena di insegnamenti, sorrisi e incontri indimenticabili.
Ogni momento trascorso ti invita a vedere le cose da una prospettiva nuova arricchendo non solo la mente, ma anche il cuore.
La magia di questo paese rimarrà sempre nel mio cuore.”
Enrico Spagnuolo
“È passato qualche anno dall’ultima volta in Tanzania, una pandemia nel frattempo ci ha fermato tutti. Eppure nel momento in cui ho messo piede a Dar Es Salaam mi è sembrato di non averla mai lasciata. L’odore pungente, il caos notturno, il ritmo lento della vita non sembrano essere cambiati.Sono nata lì e tornare è sempre un emozione. Il valore aggiunto di questo viaggio è stato sicuramente il gruppo.
Pensare di portare i miei amici a casa mia sembrava impossibile ma eccoci, 12 ragazzi in Tanzania pronti a curiosare e scoprire.
Ho visto gli occhi dei miei amici pieni di stupore, pieni di domande, pieni di voglia di scoprire questo nuovo posto.
Dal momento in cui è partita l’organizzazione ho sempre detto loro “Ricordatevi che non è solo turismo ma è anche tanto altro, la nostra esperienza sarà diversa!” eppure queste parole li ha incuriositi ancora di più.
Abbiamo attraversato Dodoma, Chidachi, Chikopelo, Iringa, Dar Es Salaam, Stone Town.
Abbiamo trovato sempre persone che ci hanno raccontato di loro che ci hanno donato qualcosa e a cui abbiamo raccontato di noi.
Abbiamo riso, abbiamo faticato, ci siamo commossi, la nostra curiosità è stata alimentata da tutte le persone che abbiamo incontrato.
Forse il momento più emozionante è stato arrivare a Chidachi e scoprire che nonostante l’orario (in ritardo rispetto al programma) tutto il villaggio era lì che ci aspettava e che non vedeva l’ora di accoglierci con balli e danze che avevano preparato appositamente per noi.
Cosa abbiamo fatto di così grande da avere un’accoglienza del genere?
Eppure quel motocoltivatore che siamo riusciti ad acquistare con eventi organizzati in pochi mesi e con la gentilezza di tutte le persone che hanno creduto nel progetto hanno fatto sì che un villaggio sperduto nel centro della Tanzania potesse coltivare i campi per tutta la popolazione implementando così il proprio metodo di coltivazione.
Ecco che arrivando lì mi è risuonata in testa una frase “Davvero tante piccole gocce fanno un mare immenso!”.
Anche noi da quella giornata abbiamo ricevuto tanto, è stato uno scambio reciproco di emozioni di gioia e di essere consapevoli che una goccia l’abbiamo messa anche noi per creare un mare immenso.
Asante Tanzania, Kwaheri
(Grazie Tanzania, arrivederci)”
Giulia Siani
Asante sana Tanzania, asante sana CMSR!
Francesco Pini