Nemmeno il caldo estivo e la fine delle attività scolastiche hanno fermato le attività pomeridiane in Piazza Garibaldi.

Giovedì 15 giugno, la piazza del centro cittadino sempre più viva e colorata, al contrario di quanto a volte viene raccontato, è tornata ad affollarsi di persone di tutte le età ed il Centro Mondialità Sviluppo Reciproco insieme a Mezclar si è impegnato per portare a Livorno il progetto DIMMI di Storie di Migranti, sostenuto dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo e dalla Regione Toscana, e arrivato quest’anno alla terza edizione.

Il progetto sociale tramite un concorso nazionale si propone di riunire, pubblicare e pubblicizzare racconti di vita di persone che hanno deciso di lasciare il proprio paese e arrivare in Italia per costruirsi un presente e un futuro diverso. La forma del racconto è appunto quella scritta e in particolare quella del diario; l’obbiettivo è proprio quello di riunire, preservare, pubblicare e magari pubblicizzare racconti e memorie che sennò rischieremmo di perdere.

Durante il pomeriggio in piazza, in particolare, i tanti presenti hanno potuto prendere parte all’iniziativa “Storie in movimento”. Le persone hanno potuto indossare alcune paia di scarpe e contemporaneamente ascoltare tramite cuffie la storia dei proprietari di quell’indumento: problematiche di ogni genere nel difficile percorso di integrazione nel nostro paese.

Tra i tanti racconti, passati prima per forma scritta e poi in forma audio c’è anche quello di Loredana, signora arrivata in Toscana dalla Romania nei primi anni del 2000, che ha raccontato la sua esperienza dell’arrivo in Italia tramite un diario scritto in quegli anni. Nel suo caso l’integrazione è perfettamente riuscita, parla fluentemente italiano ed è passata dall’altro lato della “barricata”: adesso è lei ad accogliere le nuove persone e nuovi racconti all’interno del progetto e del concorso.

Un altra storia ascoltata racconta del professore liceale che soffre di balbuzie, ma che ha scoperto come affrontare tale difficoltà: gli basta parlare con un microfono davanti a le tante persone disposte ad ascoltarlo.

Alcune scarpe raccontano il viaggio intrapreso per arrivare in Italia, un esempio è quello della famiglia arrivata in Italia dal mare su barconi di fortuna e la storia ce l’ha raccontata la figlia che anche lei adesso ha imparato perfettamente l’italiano.

Nel tardo pomeriggio Loredana insieme alle redattrici del testo e la responsabile del progetto hanno presentato il nuovo volume che raccoglie le testimonianze di chi ha partecipato al concorso.

Tra i temi trattati durante i dialogo la solitudine che si prova all’arrivo, la difficile integrazione nella nuova città, nel caso di Loredana un piccolissimo paese in provincia di Arezzo, le difficoltà nell’imparare una nuova lingua e conoscere nuove persone che, almeno all’inizio, non comprendi fino in fondo.

Si è trattato insomma di un altro pomeriggio costruttivo che ha lasciato, in primis a noi volontari e civilisti, una altra visione del fenomeno migratorio diversa e sicuramente più completa rispetto a quella  che più frequentemente si legge sui quotidiani e si ascolta nei principali mass media.

Andrea Mercurio

Volontario Servizio Civile Universale