Venerdì 13 Settembre è stato eletto dal consiglio dei soci il nuovo presidente del Centro Mondialità Sviluppo Reciproco.

Paolo Siani, ex direttore dell’associazione e attualmente resposabile della cooperazione, segue Fulvio Falleni che ha svolto questo incarico dal 2017.

Ringraziamo entrambi per le belle parole che di seguito avrete modo di leggere:

Forse vi aspettate da me un trattato di Cooperazione Internazionale e il programma della mia Presidenza, ma chi mi conosce sa che non sono il tipo. Vi propongo invece la mia storia nel Centro Mondialità Sviluppo Reciproco che copre circa 50 anni della mia vita. Nell’Associazione ho svolto molti ruoli. Il Fondatore, come è risaputo, è don Carlo Leoni, ma insieme a lui, il 27 ottobre 1979, sono stati co-fondatori i circa 90 giovani della Comunità Cristiana di Base “Impegno”, e uno di questi ero io. Senza dubbio è stato il mio ruolo più importante!

Ancora prima che il nome Centro Mondialità fosse coniato, sono stato volontario. In particolare raccoglievo cartoni per le strade del centro di Livorno e i soldi raccolti andavano ai primi progetti nel Sud del Mondo fatti tramite i missionari. Con le mie mani, insieme agli altri, o anche aiutato a ristrutturare la nostra prima sede nella ex-Chiesa degli Armeni abbandonata dopo i bombardamenti bellici.

Poi, finalmente, sono stato, insieme a Mariella, uno dei primi due volontari internazionali a partire alla volta della Tanzania per conto del CMSR. E la mia permanenza là è durata 17 anni.

Rientrato in Italia sono poi diventato Direttore e questo compito è durato ben 19 anni. Fino a quando cioè il Consiglio dell’Associazione ha avuto pietà di me e ha deciso di mettere Alberto al mio posto.

Sono stato ben felice negli ultimi due anni di occuparmi “solo” di Cooperazione Internazionale nell’attesa di raggiungere l’età della pensione e poi, con grande gioia, sarei ritornato ad essere semplice Volontario (con la V maiuscola) del Centro Mondialità Sviluppo Reciproco. Magari con l’impegno di far da guida a chi vuole conoscere la Tanzania.

E invece i soci mi hanno voluto come Presidente. Don Carlo da lassù sicuramente se la ride. Lui per primo che, in varie occasioni, mi aveva evitato di ricoprire ruoli apicali dicendomi con un sorriso: “Perché ti voglio bene!”.

Chiedo solo al Signore tramite lui, e magari anche tramite Madre Teresa che ho avuto la grazia di conoscere personalmente, che guidi il mio compito solo ed esclusivamente in favore dei più poveri.

Chiudo chiedendo perdono a Sophia, e quindi anche a Giulia e Sara (le nostre figlie) per aver accettato un compito che prevedibilmente ruberà ancora un po’ di tempo agli impegni familiari. Spero non troppo.

Un abbraccio a tutti: soci, volontari, sostenitori e amici.

Paolo 

10° anniversario del CMSR – 1989
Con Madre Teresa di Calcutta

7 anni … spesi bene (di Fulvio Falleni)

Sono diventato Presidente dopo che il caro Fabio Canaccini, mio predecessore,
aveva dato le dimissioni a metà del suo compito. Mi era stato chiesto di
“traghettare” il Consiglio Direttivo fino alla fine del suo mandato, l’anno successivo,
per avere tempo di individuare un nuovo presidente. Era il 2017 e … sono rimasto
fino al 2024!

Ho vissuto pertanto questa esperienza con spirito di servizio e ho fatto
bene perchè mi ha arricchito molto di più di quanto ho potuto dare. Sembra una
frase fatta, di circostanza, ma vi assicuro che è così. Ho sperimentato in questi anni
ciò che di più bello possa accadere nella vita di una persona: conoscere il “lato
buono” dell’uomo. Quello della solidarietà e del bene per tutti. Ho imparato a
riconoscere la generosità senza tornaconto nei tanti volontari che nel silenzio si
spendono per il bene altrui attraverso tanti piccoli, grandi gesti: dal doposcuola a
bambini in difficoltà, al giro per tutta la Toscana per raccogliere i tappi per
raccogliere fondi per costruire pozzi in Africa; da chi giovane decide di donare un
anno della propria vita sia in Italia che in Tanzania attraverso il Servizio Civile.

Ed
anche la generosità di tanti che senza farsi pubblicità hanno sostenuto
economicamente la nostra Associazione specie in momenti difficili. Ho imparato la
gratitudine verso coloro che come i dipendenti che vivono quotidianamente il loro
lavoro senza mai volgere lo sguardo all’orario, senza mai chiedere integrazioni
salariali, dedicandosi con competenza ai mille compiti loro affidati spesso molto
delicati ed impegnativi.

Ricordo, in particolare, la fatica che hanno fatto nel
mantenere i rapporti con i rappresentanti delle istituzioni civili, sia italiane che
straniere, per portare avanti i progetti in essere, durante gli anni del Covid. Ho
conosciuto anche la perplessità e, perdonatemi, la rabbia per come, in particolare in
questi ultimi anni, si sia capovolto il giudizio su chi nel nostro Paese svolge attività di
volontariato, specie se rivolto verso chi è straniero. Se prima impegnarsi per la
solidarietà, il rispetto, l’attenzione verso il bene comune attraeva sentimenti di
rispetto e lode, oggi addirittura vengono additati come nemici da denigrare. E poi,
anche attraverso alcuni viaggi in Africa, ho conosciuto la gioia e la bellezza di culture,
stili di vita, tradizioni di popoli dai quali abbiamo, vi assicuro molto da imparare.

Per
questo il nostro fondatore Don Carlo Leoni volle, nel lontano 1979, dare al Centro
Mondialità la dimensione dello Sviluppo Reciproco. Molte altre cose, capirete,
sarebbero da dire ma non è mia intenzione dilungarmi in tanti discorsi, desidero solo
concludere nel ringraziare il Signore, che come credente ne riconosco la presenza

nella mia vita attraverso le esperienze che mi fa vivere, ai direttori del Centro Paolo e Alberto che si sono succeduti durante la mia presidenza e sulle cui spalle pesa gran
parte del lavoro, ad Alessandro che come vicepresidente è stato un prezioso
collaboratore e tutti coloro che con me hanno vissuto questi anni. Credo di
rappresentarli nell’affermare che sono stati sette anni … spesi bene.

Grazie

Fulvio

Fulvio durante la celebrazione della messa in Tanzania – 2024