Mulu, Guglielmo, Julia, Rebecca, Giulia, Alessandra, Eliana ed Arianna saranno i volontari del Servizio Civile Universale che tra poche settimane partiranno per la Tanzania.
Un’esperienza che durerà un anno e li porterà rispettivamente a prestare servizio in zone diverse del paese.
Come previsto dal progetto hanno preso parte ad alcune giornate di formazione a Catania durante le quali hanno affrontato temi quali la gestione dei conflitti interpersonale, ruoli e responsabilità della comunicazione e le varie forme di cittadinanza attiva.
Oggi Eliana, Mulu, Julia e Alessandra ci raccontano qualcosa di queste giornate intense trascorse in Sicilia:
Scegliere una sola parola per descrivere cosa ha significato per me l’esperienza del corso di formazione generale è davvero difficile, è stata emozionante, una scoperta, è stata condivisione e tanto altro, ma soprattutto è stata un inizio. Per quanto mi riguarda ha segnato un po’ il momento in cui ho realizzato effettivamente l’esperienza che mi aspetta, che pur non essendo ancora concretamente partita è iniziata da qualche mese ormai, determinando già alcuni importanti cambiamenti, tutti in positivo.
Il corso di formazione generale è stata un’occasione di conoscenza della storia di focsiv, di alcuni aspetti pratici che riguardano i progetti, ma abbiamo avuto modo anche di affrontare gli aspetti più personali e diciamo anche emotivi che saranno comunque direttamente coinvolti nell’esperienza. È stato tutto molto naturale, accogliente, non forzato e divertente, ho apprezzato molto che ci venissero proposte attività dinamiche, di gruppo e che prima di tutto ci venisse richiesto di metterci in gioco. Prima di partire per il corso ero molto agitata, ma questa esperienza mi ha riservato delle emozioni che difficilmente dimenticherò, mi ha permesso di interfacciarmi con così tante persone e con così tante realtà che il tempo non mi è sembrato abbastanza e allo stesso tempo è stato tutto così coinvolgente e intenso.
Tutto ciò che riguarda l’aspetto della condivisione è stato per me importantissimo, sentire le testimonianze e le esperienze di chi ci è passato prima di noi, di come l’hanno vissuta, di cosa hanno provato, cosa si sono portati dietro è stato forte, per il racconto in sé e per la veridicità e la trasparenza con cui hanno deciso di condividere con noi tutto questo. Allo stesso modo la condivisione con gli altri ragazzi, conoscere così tante persone che andranno in posti diversi, con motivazioni diverse, con trascorsi diversi, è stata altrettanto importante, ritrovarmici è stato rassicurante e mi ha fatto sentire vicina a persone che conoscevo da poco e che sono state e saranno così lontane fisicamente da me.
L’ultima attività che ci è stata proposta a conclusione del corso trovo che sia la metafora perfetta: ci siamo messi tutti in cerchio e a turno, quando ci arrivava un gomitolo lanciato dai nostri compagni, dovevamo dire una parola che rispecchiasse quello che era stata per noi l’esperienza. Alla fine si era creato un intreccio di fili che ci univa tutti, ed è proprio questo che è stato questo corso di formazione: un intreccio di esperienze, conoscenze, vissuti ed emozioni diverse che alla fine abbiamo scoperto accomunarci e ‘legarci’ tutti.

Eliana Da Ronco
Sono partita da Bergamo con alcuni timori perchè era la prima volta che mi trovavo in un contesto simile. Durante il modulo dedicato a alla comunicazione mi sono resa conto però che il volontario ha un sacco di responsabilità, ma soprattutto non è più l’individuo singolo che era prima, ma parte di un’organizzazione, nel mio caso FCSIV. Questo ha sia aspetti positivi come per esempio la protezione e soprattutto l’assistenza, da parte di collaboratori,in caso di dubbi, ma aspetti negativi come il dover portare il peso di ogni azione che si fa perché azioni sbagliate potrebbero compromettere l’intero progetto.

Mulu Sangiorgi
Una parola per descrivere questa esperienza? Inaspettata.
Sono partita da Taranto con non troppe aspettative, che ovviamente sono state superate già nelle prime ore dopo l’atterraggio a Catania, quando mi sono resa conto che alla formazione saremmo stati più di 8 come pensavo. Sin da subito si è creato un legame con gli altri civilisti e forse ciò ha reso meno estenuante la formazione. Dopo mesi passati in attesa della graduatoria, del ripescaggio, durante la formazione mi è tornato l’entusiasmo che si era sopito, grazie soprattutto alla presenza di Giulia, Francesca e Gaia, che con la testimonianza delle loro esperienze ci hanno aperto non solo gli occhi, ma anche il cuore.
È stato molto triste quando ci siamo salutati l’ultimo giorno con la promessa di sentirci tutti, seppur di enti differenti. Promessa che magari non verrà rispettata da tutti, ma che ha lasciato il segno indelebile nella memoria, di bei momenti di condivisione non solo delle proprie storie ma anche delle proprie visioni.
Seppur di breve durata, è un esperienza che mi ha caricato tantissimo, mi ha riempita di coraggio ma anche di timori.
Nella speranza di rivederci tutti quanti alla fine di quest’anno di servizio per poterci raccontare e raccontare la nostra esperienza.

Julia Buccoliero
Sono arrivata a Catania in un vortice di emozioni e pensieri, qualche giorno prima avevo mandato la mia lettera di dimissioni, dopo cinque anni di lavoro in un posto che era diventata la mia zona di comfort. Stavo lasciando la città che anni prima mi aveva accolta diventando quello che ho sempre considerato il mio posto sicuro, il posto in cui tornare dopo ogni trasferta di lavoro, dopo ogni vacanza. Ora tutto sparito, sparite le coordinate di sempre, scomparse le àncore di sicurezza, mi stavo per mettere in gioco di nuovo. “Coopero, mi impongo, mi adeguo, lo evito” sono alcune delle parole che durante la giornata di formazione sulla gestione dei conflitti mi sono rimaste più impresse. Le formatrici leggevano una situazione che diveniva via via sempre più complessa da gestire e noi dovevamo scegliere la nostra modalità di reazione a quello che sentivamo e spiegarla. Non mi sono stupita di oscillare tra il “mi adeguo” e il “mi impongo” , ho sempre creduto che prendere una posizione fosse un fatto per me importante e necessari per difendermi e per difendere le persone che mi stavano a cuore. Ho fatto la mia scelta di partire, liberandomi di tutte le zavorre che mi trattenevano, la sfida sarà addolcire quel “mi impongo” e di fare spazio al “coopero”.
Alessandra Calabrese