Alessandra Calabrese, casco bianco del Servizio Civile Universale FOCSCIV, ci racconta una sua giornata trascorsa presso l’asilo della scuola Santa Clara di Mlali in Tanzania.
“Arrivo di fretta come ogni mattina, sono le 8 e i bambini e le bambine sono già dentro la classe così come le maestre: “Ba-be-bi-bo-bu-Cia-ce-ci-cio-ciù” è il mantra che sento dall’esterno.
Apro la porta, entro.
I bambini e le bambine sono sedute su sedie di plastica colorate disposte a ferro di cavallo, appena entro alcuni di loro mi corrono incontro per salutarmi, abbracciandomi: “Mama Sandra! Mama Sandra!” gridano spensierati.
Li riaccompagno così ai propri posti e li aiuto a ripetere le consonanti e altre filastrocche utili per l’apprendimento. Dopo le consuete ripetizioni di lettere, numeri e parti del corpo in inglese siamo pronti per l’esercizio di scrittura quotidiano: impariamo a scrivere i primi numeri e le prime lettere o almeno ci proviamo, finché non ci distraiamo nel colorare il foglio o a inventarci nuovi alfabeti e nuovi codici nei linguaggi segreti dei bambini. Lo facciamo seduti su tappeti colorati:”bila viatu” si sente dire dalle maestre “via le scarpe”. Durante l’esercizio non mancano le distrazioni al di fuori del foglio, c’è chi gioca, chi fa i capricci e chi organizza strategiche spedizioni finalizzate ad aprire la porta dell’aula e scappare al di fuori. A quel punto io e le maestre iniziamo a rincorrere i bambini e le bambine rivoltose per riportarli e riportale all’interno della classe. Non è sempre facile e spesso anche i passanti al di fuori dell’asilo ci aiutano nell’impresa. Ricondotti dentro, continuiamo a correggere gli esercizi e dopodiché siamo pronte, se è bel tempo, per la ricreazione. Durante la ricreazione i bambini sono liberi di correre e giocare nel giardino della scuola, a disegnare a terra con i legnetti o a giocare a palla.
Infine alle 10.30 inizia uno dei miei momenti preferiti in cui distribuiamo la colazione ai bambini, un giorno chai e biscotti e un giorno porridge. In fila, dopo che diligentemente si sono lavate le manine e fatto il segno della croce, essendo un asilo cattolico, si avvicinano al tavolo, scelgono la loro kikombe (tazza) colorate e si siedono per terra tutti insieme, tranquilli e sereni per circa 5-10 minuti e poi si riprede a giocare per l’ultima mezzora della giornata.”
Alessandra Calabrese