Sono oltre sessanta le persone provenienti da tutta Italia che hanno partecipato alla delegazione “Gaza oltre il confine”, un’iniziativa promossa da una rete di organizzazioni della società civile, ONG, associazioni e attivisti/e, per denunciare quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza e chiedere un’immediata cessazione delle ostilità, l’accesso umanitario e il rispetto del diritto internazionale.

La delegazione si è recata a El Arish, nel nord del Sinai, per portare solidarietà alle popolazioni colpite e manifestare davanti al valico di Rafah, simbolo di una crisi umanitaria senza precedenti, dove milioni di persone sono intrappolate in condizioni disumane. La missione ha voluto affermare con forza che ciò che sta avvenendo a Gaza non può più essere ignorato né trattato come una conseguenza inevitabile del conflitto in corso: si tratta di una catastrofe umanitaria e politica che richiede una presa di posizione urgente e chiara da parte della comunità internazionale.

Il Centro Mondialità Sviluppo Reciproco (CMSR) si riconosce pienamente nel messaggio e nelle richieste avanzate dalla delegazione e si unisce alle numerose organizzazioni che, da tempo, denunciano pubblicamente l’impunità con cui vengono violati i diritti umani della popolazione palestinese. La drammatica escalation di violenza, il blocco degli aiuti, l’uso della fame come arma di guerra e la distruzione sistematica delle infrastrutture civili rappresentano una ferita aperta nella coscienza globale.

Nel solco della cooperazione internazionale, della solidarietà tra i popoli e dell’educazione alla cittadinanza globale, il CMSR aderisce idealmente a questa mobilitazione, sostenendo il lavoro di chi si espone in prima persona per testimoniare e informare. A Gaza si sta consumando una tragedia che interroga profondamente i valori fondanti dell’umanità e della giustizia: ciò che viene chiesto, da Rafah al resto del mondo, non è altro che l’applicazione delle convenzioni internazionali e il riconoscimento della dignità di ogni vita.

“Gaza oltre il confine” è un appello collettivo che nasce da un confine chiuso, ma guarda oltre ogni barriera fisica o politica. È la voce di chi, pur non potendo varcare quel valico, ha scelto di non restare in silenzio.