Ecco la seconda e ultima parte del racconto dei nostri volontari alla vigilia della partenza per la Tanzania.

Oggi daremo la parola ad Arianna, Rebecca, Guglielmo e Giulia!

Il mio primo giorno di formazione al servizio civile è stato un’avventura entusiasmante, ricca di momenti divertenti e di scoperte. Dopo un volo mattutino per Catania, sono arrivato all’aeroporto e ho fatto subito amicizia con due ragazze che avrebbero condiviso con me questa esperienza unica. Sin da subito, abbiamo condiviso le nostre aspettative e i sogni che avevamo riguardo a questo percorso di servizio alla comunità. Nonostante l’emozione di iniziare questa avventura, il nostro primo incontro al punto di ritrovo non è stato privo di imprevisti. Presi dalla nostra animata conversazione, non ci siamo accorti di trovarci proprio davanti a una porta d’ingresso dell’aeroporto. Il personale gentilmente ci ha chiesto di spostarci per permettere il transito, poiché stavamo ostruendo il passaggio.

Dopo l’aeroporto, siamo saliti sul pullman che ci avrebbe condotti alla nostra destinazione per la formazione nel servizio civile. Durante il viaggio, abbiamo avuto modo di conoscere meglio i nostri compagni di avventura e di riflettere su come sarebbe stata questa esperienza. Le domande su cosa ci aspettasse e le battute sul bisogno urgente di una doccia, dovuto al lungo viaggio, hanno creato un’atmosfera di allegria e curiosità che ha aiutato a stemperare la stanchezza accumulata.

Finalmente arrivati al luogo di formazione, siamo stati accolti calorosamente e abbiamo partecipato a un incontro introduttivo che ci ha fornito informazioni pratiche sul servizio civile e ci ha iniziato a preparare all’avventura che ci attendeva. Abbiamo conosciuto persone interessanti e ci siamo chiesti come sarebbe andata questa esperienza. Le giornate sono state programmate dense di attività di gruppo, testimonianze coinvolgenti e discussioni stimolanti, da quello che ci hanno presentato. Per ora effettivamente siamo stati incoraggiati a lavorare insieme, a condividere le nostre esperienze e ad affrontare le sfide con determinazione e passione.

Durante la pause tra due attività, abbiamo avuto modo di socializzare ulteriormente con i nostri compagni di viaggio e condividere esperienze e aneddoti divertenti. Questi momenti di distensione e svago, quello di oggi e quelli che sicuramente ci saranno in questi giorni, sono fondamentali per rafforzare i legami tra di noi e creare un ambiente di supporto reciproco. Le risate e gli scherzi che stiamo condividendo stanno contribuendo a consolidare il nostro spirito di squadra e ci hanno aiutato a superare già i primi momenti di stanchezza o di tensione.

Il mio primo giorno di formazione nel servizio civile è stato un assaggio di ciò che mi aspetta nei prossimi mesi. Sono entusiasta di continuare questo percorso, di mettere le mie competenze al servizio degli altri e di fare la differenza nelle comunità in cui opereremo. Non vedo l’ora di affrontare le sfide e di crescere insieme a questi giovani volontari che condivideranno con me questa straordinaria avventura. Sono grato di avere l’opportunità di partecipare al servizio civile e sono sicuro che questa esperienza mi arricchirà umanamente e professionalmente. In conclusione, il mio primo giorno di formazione al servizio civile è stato un mix di emozioni, imprevisti e risate. È stato un inizio promettente e sono motivato a continuare questo percorso con entusiasmo e determinazione. Sono grato per l’opportunità di condividere questa esperienza con persone straordinarie e non vedo l’ora di scoprire cosa ci riserveranno i prossimi giorni di formazione e i mesi di servizio civile che ci attendono. E poi, chissà, forse finalmente riuscirò a fare quella tanto agognata doccia!

Guglielmo Ceccarossi

Dopo tanto attendere e immaginare, ecco che arrivano le giornate della formazione generale, ovvero la nostra prima possibilità di conoscerci, di dare un volto ai nostri futuri compagni e di iniziare a definire in maniera concreta quello che sarà il nostro anno di Servizio Civile Universale (SCU). Ci troviamo tutti insieme a Catania e, già nei primi momenti di attesa condivisa all’aeroporto, inizia a crearsi un gruppo; non solo grazie alla prossimità fisica che manteniamo gli uni con gli altri, ma soprattutto grazie alla realizzazione che tra meno di un mese ci ritroveremo in una situazione analoga ma profondamente diversa, ad attendere insieme in un aeroporto il volo che ci porterà presso la nostra sede di SCU. Ed ecco che iniziano ad emergere le peculiarità del nostro gruppo, chi è più espansivo e cerca di coinvolgere gli altri, chi è più timido, chi più pensieroso, chi si racconta la storia pregressa, chi si scambia timori e aspettative sul futuro.
Con il pullman arriviamo nella struttura dove svolgeremo la formazione, un grande stabile ai piedi dell’Etna in un piccolo paesino di provincia. Il tempo di sistemarci nelle camere e ci ritroviamo tutti assieme ad assistere alla presentazione della federazione per cui prestiamo servizio, la Focsiv e degli enti che ne fanno parte. Condividiamo poi le nostre aspettative su quelli che saranno i giorni di formazione. Dopo cena, prendiamo parte alla prima delle tante attività che ci vedono coinvolti in prima persona, la fotografia del volontario. Personalmente mi aspettavo una semplice fotografia di gruppo che catturasse, come tante altre fotografie, i nostri volti, corpi e colori. La fotografia che mi sono portata a casa invece è molto di più. Un disegno costruito un pezzetto alla volta da ciascun volontario. Questa attività mi ha fatto riflettere su quanto noi siamo quello che gli altri percepiscono e ci rimandano di noi stessi e su quanto ciò che l’altro ci dona può nutrirci nel profondo.
Sempre nello stesso scambio me-altro ognuno di noi ha individuato una parola per definire il volontario e, in un cerchio di cura, passione e relazione si è conclusa la nostra prima giornata di formazione generale.

Rebecca Petetti

Questi tre giorni di formazione generale a Catania sono stati una bellissima conferma di quanto l’anno di servizio civile sia stato una buona scelta. Durante queste giornate è emersa una parola che mi ha particolarmente colpita: vulnerabilità. Mi è rimasta impressa in una delle tante attività che abbiamo fatto in quei giorni. Ci era stato chiesto di delineare la figura del volontario tramite cinque parole e ognuno ha scritto le proprie. “Vulnerabilità” era la parola che aveva scelto un altro volontario e mi ha fatto pensare a quanto sia importante lasciare cadere le proprie “barriere” per poter entrare in contatto con le persone con cui lavoreremo, in culture totalmente diverse dalla nostra. Essere vulnerabili implica mettersi un po’ a nudo e secondo me è anche quello che questa formazione generale ci ha aiutati a fare. Ci siamo esercitati ad esporci, a metterci in gioco e a cooperare con persone che non avevamo mai visto prima. E così ci siamo sentiti più vicini. Parto per la Tanzania con un bagaglio un po’ più pieno. 

Giulia Fantini

Mi chiamo Arianna, ho 25 anni, sono toscana e quest’anno svolgerò il mio Servizio Civile  Universale all’estero (precisamente in Tanzania) con il CMSR.  

Dal momento in cui sono stata contattata da Francesca per comunicarmi di essere stata selezionata è  iniziato il mio intenso turbinio di emozioni. La parola chiave che può riassumere tutto quanto sto  vivendo da quel momento è proprio SCOPERTA.  

Scoperta di una ONG che opera con il cuore con uno staff davvero disponibile ed empatico,  scoperta dei miei compagni di viaggio con cui fin dai primi contatti si è instaurata affinità, scoperta  di un mondo che sembrava così irraggiungibile ma che è invece sempre più vicino.  

Questa vicinanza è iniziata proprio dalla formazione generale a cui abbiamo partecipato con altri  enti di FOCSIV, che si è tenuta a Catania dal 27 al 30 giugno presso un centro spirituale di frati  passionisti. Un luogo immerso nella natura ai piedi dell’Etna che ospitandoci ha fatto sì che  potessimo “toccare con mano” quello a cui stavamo andando incontro: da quel momento eravamo  volontari effettivi, da quel momento stava iniziando il nostro percorso.  

Sin dal ritrovo con i compagni in aeroporto si respiravano felicità e curiosità, sentimenti che ho  percepito per tutto il resto dei giorni nelle varie attività previste. 

Una volta arrivati in struttura ci hanno accolti e assegnato le rispettive camere e i compagni di  stanza, e poi siamo entrati subito nel vivo della formazione: vista la presenza di 50 volontari siamo  stati divisi in due gruppi e le varie attività erano suddivise in tre parti (mattina, pomeriggio e dopo  cena). I vari moduli erano ben strutturati ed interattivi: per ogni parte di formazione statica ne  corrispondeva una dinamica, in cui venivano formati gruppi misti all’interno del quale ognuno  partecipava esponendo le proprie idee. Avevamo varie pause ed ogni sera ci ritrovavamo tutti  insieme per parlare e scherzare un po’, momenti di sintonia e spontaneità che hanno rafforzato i vari  legami. 

Ci sono stati vari momenti di forte commozione, in particolare mi ha colpito molto la testimonianza  di vita di Giulia (referente di COMVIS): ha dato e sacrificato tanto per fare ciò in cui credeva,  perdendosi anche molti aspetti della sua vita privata. È stato un momento molto forte vederla  raccontare le sue esperienze all’estero, il contrasto con la famiglia ma la forte voglia di continuare. Con gli occhi lucidi ed il sorriso sulle labbra, era quasi come se quelle emozioni le stessero  passando davanti in quel momento, e quasi come noi fossimo stati li con lei a viverle.  

Un altro momento che mi è rimasto impresso è stato un dopo cena in cui Francesca ci ha raccontato  del suo SCU in Tanzania mostrandoci le foto. Quella sarà la realtà con cui mi interfaccerò per molti  mesi, quindi sentirla parlare della cultura locale e vedere certe immagini mi ha fatta davvero sentire  entusiasta e grata per questa bellissima opportunità.  

Sono stati giorni che sono letteralmente volati, giorni di grandi insegnamenti all’insegna del  dialogo, della cooperazione e soprattutto alla scoperta di tutto quello che c’è dietro alle ONG, che  mi hanno lasciato sicuramente una voglia irrefrenabile di partire il prima possibile.

Arianna Fabbri